Alla spa di Gessate

Avevamo bisogno di staccare.
Una giornata solo per noi, lontani dai figli, dalla routine, dalle solite carezze prevedibili sotto le coperte.
Gli propongo una spa. Accetta, fiducioso, ignaro di cosa l’aspettasse.

Un’ora di macchina. Silenzio carico di aspettative. Poi, l’insegna: Maison de l’Amour. Le lettere brillano come promesse indecenti.
Lo sento irrigidirsi, ma non dice nulla. Solo un’occhiata rapida, complice. Il suo respiro accelera. Il mio cuore impazzisce.

Entriamo negli pogliatoi, nessun costume, solo pelle.
Arriviamo davanti alle vasche, nudi, esposti, le coppie si sfiorano, si provocano. Gemiti soffocati tra vapori caldi e il suo sguardo si incendia.
Decidiamo di curiosare nel privè, saliamo, nella penombra, le gabbie.
Metalliche, sporche di fantasie, lo guardo, il suo cazzo è già in piedi, rigido come se avesse capito tutto prima di lui.
Scegliamo una gabbia, le sbarre gelide mi accolgono mentre lui mi bacia con fame.
Poi sento mani sconosciute. Mi afferrano, mi spingono contro le grate. Qualcuno dietro di me. Capezzoli tra dita avide. Un’erezione potente mi preme sul culo. Non vedo chi sia, ma lo sento… ed è enorme.
Mio marito mi prende per i capelli. “Succhiagli il cazzo, troia,” mi ringhia.
Apro la bocca. Il sapore del proibito. Mi si spalanca la gola mentre lui gode e guarda. Apro gli occhi e intorno, dieci uomini, bramosi. Mi vogliono, pronti a turno a farselo leccare. Mi fanno mettere sul letto e tutti insieme iniziano a toccarmi, chi le tette chi il culo e chi la figa, intanto succhiavo il cazzo di mio marito. Ero a pecora, e finalmente qualcuno prende coraggio e inizia a scoparmi con forza, gli altri mi davano schiaffi sul culo chiedevano la mia attenzione verso il loro cazzo...Il mio corpo è un buffet di lussuria. Gemo, urlo, vengo. Ma non è finita.
I giochi dovevano rallentare e decidiamo di interrompere per andare a rilassarci in vasca.
Acqua calda, ma pelle ancora più bollente, siamo troppo eccitati per stare lì a fare nulla, risaliamo.
Vicino a noi, una coppia con un singolo. Ci separa solo una grata. Lei e io ci guardiamo. Anche lei a 90,attaccata con tutta la sua forza a quelle sbarre, ci teniamo le mani mentre i nostri seni sbattono uno contro l'altro a suon di botte nella figa.
Le nostre urla si rincorrono. Siamo due belve in calore, due troie legate dallo stesso ritmo.
“Posso venire da te?” le chiedo ansimando. Lei sorride. Mi aspetta. Mi avvicino. La bacio, non ricordavo più come fossero le labbra di una donna, morbide delicate, leccare i suoi capezzoli è come succhiare miele da una fonte sacra. Mio marito ci guarda scioccato, non pensava che avrebbe mai visto uno spettacolo simile, chiude la porta e lascia tutti i guardoni a segarsi senza poter toccare, non voleva che nessuno potesse interrompere il suo divertimento.
La spingo sul letto e inizio a divorargli la figa e credo, in meno di un minuto, mi esplode in bocca. Il mio primo squirt. Dolce, salato, animale.
Affogo nella sua figa bagnata lecco succhio, le infilo due dita e continuo a masturbarla mi sposto e una cascata ci riempie a me e mio marito, eravamo lavati, lei guarda suo marito, e gli dice "questa è pericolosa".
Avevo bisogno di una pausa, bere acqua e rilassarmi un attimo.
Doccia. Vasca. Ma un singolo si avvicina. Bello giovane, un cazzo perfetto. Mi sfiora. Poi entra dentro di me senza parole, senza preamboli. Ma le regole sono regole. Torniamo nelle stanze.
Mi scopa come fossi la sua unica ossessione. Forte, sporco, animalesco. Mi sputa, mi schiaffeggia, mi chiama porca.
Si sdraia sfinito, lo prendo in bocca e finalmente lo sento esplodere dentro di me. Lo gusto mentre mio marito mi scopa con rabbia e passione, eccitato dalla vista della sborrata che mi cola giù per il mento.
Poi lui viene, esattamente dove lo aveva fatto l’altro. Marca il territorio. Come un animale